Pagina:Guglielminetti - La porta della gioia, Milano, Vitagliano, 1920.djvu/122

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amalia guglielminetti

col secchiello d’argento e con le coppe di cristallo.

— Signor conte, ecco lo champagne.

Incominciò allora per essi un’esistenza bizzarra e piacevole, quantunque un poco faticosa, fatta di lunghi viaggi per terra e per mare e di brevi soste in grandi alberghi cosmopoliti.

Lady Zoia Simpson era un’errabonda e un’agitata, ma la sua irrequietezza, a differenza di quella delle donne latine che è quasi sempre nervosa e scontenta, era piena di gaiezza e di vivacità. Non era una ricerca ansiosa di cose irreperibili e di sensazioni rare, ma un’allegra curiosità di conoscere quanto più mondo le fosse possibile.

La terra era per lei una immensa fiera variopinta, dove ad ogni baracca essa voleva fermarsi per comprare un gingillo, per fare un giro in giostra, o per contemplare da vicino il fenomeno vivente annunziato dalla grancassa.

Otto giorni dopo il bacio sulla terrazza delle Isole Borromee Lady Simpson ed Emo Siniscalchi occupavano una cabina di wagon-lits nel direttissimo di Parigi. Cinque settimane dopo erano a Londra e s’imbarcavano per le Indie.

Sostarono qualche tempo a Giaipur, la città

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