Pagina:Guglielminetti - La porta della gioia, Milano, Vitagliano, 1920.djvu/156

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amalia guglielminetti

sposta alla sorda irritazione di Fausta? La sua consueta mitezza, la sua dolce timidezza, esacerbate e fustigate dalla imprudente provocazione del marito, insorgevano all’improvviso armate di zanne e d’artigli, pronte a mordere ed a ferire ambiguamente, nell’ombra, pronte a ripagare con lo stesso male il male dianzi sofferto.

— Voglio dire, — ella proseguì con una voce volutamente lenta e beffarda, — che mentre tu t’occupavi con tanto ardore di Silvia Artali, suo fratello Furio s’occupava con altrettanto ardore di tua moglie.

Ella vide passare negli occhi di Massimiliano il lampo d’ira malvagia che oscura la ragione e suggerisce le parole inconsulte:

— Quel mascalzone ti faceva la corte? — egli disse masticando il sigaro nell’angolo della bocca contratta.

— È naturale, — ella rispose con una calma sottilmente insolente, — tu avevi dimenticato persino la sua esistenza e la mia. Furio Artali è uomo troppo intelligente e mondano per non approfittare a suo vantaggio della tua comoda cecità.

— Ciò significa che anche tu approfittavi di questa comoda cecità per lasciarti corteggiare.

— Oh, Dio mio, — sogghignò Fausta stringendosi nelle spalle; — verità per verità. Dal momento che tu m’hai confessato la tua debo-

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