Pagina:Guglielminetti - La porta della gioia, Milano, Vitagliano, 1920.djvu/20

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amalia guglielminetti


Fernanda lo guardava smarrita, chiedendosi che cosa nascondesse quel suo cupo silenzio, aspettando ch’egli le buttasse in faccia, d’un tratto, un insulto o una smentita.

Ma Arturo continuava a tacere. Seduto alla scrivania, con la testa reclinata sul terribile segreto di quei fogli, egli nascondeva un volto martoriato, una chiusa disperazione e un sospetto più atroce d’ogni certezza perchè rivolto a un’accusata che non poteva difendersi più.

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