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L'uomo tinto 165

più dominare il suo sdegno e il suo furore, — che ti ringrazia per la tua amicizia durata sei anni e ti dimostra la sua gratitudine legandoti il suo schifoso denaro?

— So, — ripetè Nora affondando il gomito in un cuscino e appoggiando la tempia al pugno chiuso.

— Ed è molto, — proseguì Riccardo in un ghigno iroso, — è molto questo sozzo denaro. Il tuo tradimento vergognoso fu un ottimo affare per te. Ti sei venduta bene, lo riconosco. Ma mi fai orrore, lo sai? Sai che se io ti dicessi tutto il ribrezzo che c’è in me....

Ella lo interruppe e s’alzò di scatto.

— Non occorre. Lo immagino perfettamente, lo riconosco giusto e me ne vado per evitarti la fatica di tradurre in parole e in atti i tuoi sacrosanti sdegni.

Riccardo, in piedi di fronte a lei a braccia conserte, l’ascoltava sbalordito.

Ella gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla, con le labbra stirate a un sorriso ch’era una smorfia dolorosa.

— Abbiamo vissuto insieme quasi otto anni, — gli mormorò crollando il capo, con una sconfinata tristezza, — e tu non supponesti mai d’ospitare in casa tua e nel tuo letto una creatura miserabile, una vipera che ogni giorno si