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s’isola con le creature del suo spirito sereno e s’apparta con esse in un suo mondo irreale, così vero tuttavia per la propria esaltazione che il mondo reale gli diviene invece fittizio e inesistente.

Quando si coricò era quasi l’alba e quando, dopo un sonno pesante e senza sogni, egli si destò suonavano a tutte le torri le campane del mezzogiorno.

Il cameriere gli portò il caffè e i giornali ch’egli aperse distrattamente e che percorse con lo sguardo svagato, qua e là, senza soffermarsi.

Ma nella cronaca della città un titolo più vistoso lo attrasse: — Un noto artista suicida per amore.

I fatti passionali interessavano sempre in lui lo studioso dell’umanità d’eccezione, ed egli lesse con attenta curiosità la narrazione minuta di quel dramma, avvenuto il giorno innanzi al tramonto.

Il suicida era un pittore trentenne già molto apprezzato nel mondo dell’arte e ch’egli rammentava per aver acquistato in una esposizione, pur senza conoscerlo, un suo piccolo studio di testa femminile.

Con la brutale profanazione d’ogni segreto che la tragicità d’un suicidio permette, il gior-