Pagina:Guglielminetti - Le seduzioni - Le vergini folli, Torino, Lattes, 1921.djvu/113

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vortice Noi ci fissammo, con un folgorio d’occhi tenace. Io so che in quel momento il cuore ti tremò del tremor mio.

Eravamo seduti con il mento nella mano, in un’ombra di veranda, in qual tempo, in qual giorno, io non rammento.

Rammento che giungeva a ondate, blanda, una lontana musica e che spesso ripeteva un motivo di domanda.

A un tratto ci trovammo così presso da provarne vertigini, e smarriti impallidimmo del pallore stesso come su un buio vortice che inviti.