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il poema Più malïardo splende il bel poema dove lo squillo vario della rima come un riso febeo palpita e trema.
Ogni verso è uno stel che reca in cima la sua corolla, e a tre a tre le intesse, sì che l’un fiore l’altro non comprima.
Vi ride amor le sue vane promesse, o vi lamenta la mentita fede, o vi miete una sua sanguigna messe.
E un gel mi guizza dalla nuca al piede pur mentre il tuo torbido amor m’adesca, s’io leggo qual pagasti aspra mercede pei baci del tuo Paolo, o Francesca.