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Io piangevo così note d’amore |
Ora non più; non più l’amore, ma l’indifferente ed ostile desiderio. La Primavera l’ha guarita:
Scossi da me l’antico e il nuovo danno |
Conosce ora il fascino degli occhi ignoti, che abbagliano con un vorace sguardo, conosce la gioia di mutare il vecchio laccio corroso con un nuovo laccio di fiori, e gli sguardi che son “come mani d’amanti, indugianti ignude entro un tesoro di feminee chiome” e il silenzio adescante dei parchi solitarii e la tentazione delle gemme esposte nelle vetrine abbarbaglianti. Conosce la mano virile “lenta in ogni suo gesto, ma febbrile nella carezza quasi da far male” e l’ebrietà dei profumi e la mollezza dei frutti rari e la frenesia del lusso e la soavità delle morbide stoffe iridate:
So l’ombra delle piume in cui la faccia |
Sente il calore soffocato delle voci che chiamano dall’ombra, l’oscura nostalgia delle sere cittadine, il