Pagina:Guglielminetti - Le seduzioni - Le vergini folli, Torino, Lattes, 1921.djvu/238

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ebrezza Tenace cuor, le tue forze non dome, nè fatte già da assiduo impero ignave, in te risorgono, ribellate schiave, che alla tempesta scuotono le chiome.

Torbido mal t'opprime e t'arde, come suggel di passione troppo grave; ma l'ami; esso è quasi l'aspra chiave d'una tua ebrezza, cui non so dar nome:

Soffrir con gioia. Respirar la vita in sussulti d'angoscia. Lacerare senza pietà la propria ferita.

E più goder di questo estremo affanno:

che le tue grida tanto ardenti e amare a chi ti strazia mai non giung