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ORE FOLLI il capriccio E tu, Capriccio, genïetto rosa che svolazzi con ali di farfalla e un riso su la bocca desïosa, talvolta io ti sentii su la mia spalla lieve posare e un’avida parola colsi, al riparo dell’aluccia gialla.
Fu qualche sera, quando d’una sola fiamma bruciano i nostri occhi e le stelle, e ci trema la voce, arida, in gola.
Qualche sera in cui sembran così belle le labbra che si porgono e così molle l’odor delle rose novelle, ch’è duopo susurrare un dolce: – sì!