Pagina:Guglielmo Bertagnolli, Il primo processo delle streghe in Val di Non.djvu/29

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illius summitate inter fuerunt, rem veneream cum Demone fecerunt, homines veneno necaverint, tempestates diabolica arte excitaxerunt et segetibus ac animalibus nocuerunt. Par di leggere la confessione della Pillona.

In una terza bruciata di streghe (10 aprile 1615) furono sacrificati tre penitenti e abiurati, tra i quali Leonardo Perizalli, cancelliere del giudizio di Castelfondo, abitante di Romeno. Costoro torti tormento funis et vigilia persisterunt quantunque la tortura fosse ferox et atrox ut nemo resistere posset.

Il Perizalli il cui nome compare gia nel Processo generale, giacchè si dice che egli al sentir dei processi contro le streghe si ammalò, fu un grosso boccone per il fisco; il Panizza scrive che l’auri sacra fames ebbe non piccola parte nei processi per le streghe, io, per debito di imparzialità, devo dire che non si può, sugli Atti generali almeno, basare un’accusa sicura, quantunque certi dati muovano a sospettare. I beni confiscati del cancellarius erano circa dell’importo di 30.000 fiorini, de’ quali parte venne devoluta a Massimiliano II che la elargì al barone e cavaliere Thunn, cubiculario supremo! L’asta della massa immobile diede 6000 fiorini versati da un Fattori. Degli altri rei, i meno indiziati furono sottoposti alla tortura, altri esiliati, altri — inabili alla tortura — condannati a una multa di 600 fiorini e al bando, altri infine multati più o meno gravemente.

In generale, col progredire del tempo prevale la clemenza. I giuristi sono assaliti da dubbi, da scrupoli di coscienza; si inclina a credere possibile uno spaventevole errore giudiziario; si dubita della bontà della procedura. L’inquisizione vacilla e perciò diventa più mite. Ecco che Eugenio Bartolameo Visintainer, un buon giureconsulto del tempo, ha il dubbio, un grave dubbio di fatto, che il demonio potesse assumere negli striozzi forme umane concrete, cosicchè poi le streghe torturate avrebbero — in buona fede — accusato degli innocenti, ma, dopo molto cercare, trova nei libri tecnici un assioma che egli registra nel documento sopracitato: Diabolum non posse in conventu representare innocentem, così pure trova che la confisca dei beni non si poteva applicare alle streghe o agli stregoni (sortilegi) penitenti.

Un quarto processo — più mite — fu quello tenuto dal Pievano di S. Sisinio Johannes Ramponi, decano foraneo ecc. assistito da Ludovico Particella assessore, consigliere del Cardinale, Principe