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Pagina:Guicciardini, Francesco – Dialogo e discorsi del reggimento di Firenze, 1932 – BEIC 1843020.djvu/133

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libro secondo 127


a uno qualche grido populare, o nasce qualche sospetto vano, che essendo le cose dello stato tenere, potrebbe uno essere condennato furiosamente; a che questo appello medicherá abastanza.

La importanzia maggiore e necessaria è provedere alle assoluzione, le quali per le cagioni che io ho dette ora e dissi piú largamente ieri, sarebbono troppo spesse; o se pure negli otto fussino tre per volta che non volessino condannare, bisognerebbe o che gli altri assolvessino, o per accordarsi condannerebbono troppo leggiermente; donde multiplicherebbono e’ delitti e le baldanze de’ populi con troppo danno della cittá. Né si può sperare a Firenze in uno governo populare che uno ufficio di otto o altro simile usi contra le persone di rispetto quella severitá che bisognerebbe, perché è difficultá grande maneggiare quegli che tu ami o di chi hai dubio che qualche volta possino rendere el cambio o a te o a’ tuoi; però bisogna servirsi in questo caso del gonfaloniere a vita el quale per stare perpetuo può mancare di molti rispetti, o pigliarci altro verso.

Al gonfaloniere si potrebbe dare autoritá di intervenire in ogni magistrato che ha cognizione criminale, e potere proponere; e lui usandola in quelli casi che gli paressi che e’ magistrati procedessino freddi, gli moverebbe sanza dubio assai e gli spignerebbe a fare conveniente giustizia. Nondimanco questo modo solo non mi satisfá, perché io giudico essere necessario che nelle cose che portano pericolo allo stato ed alla libertá, el gonfaloniere se ne scaldi e faccia capo vivamente, perché lo può fare meglio che alcuno altro; e cosi in tutti e’ casi ne’ quali la impunitá potrebbe tirarsi drieto disordine universale. Ma non vorrei che fussi obligato ordinariamente a questo peso, el quale è si grande, o che lui se ne tirerebbe adrieto e mancherebbe anche poi in quelli piú importanti, o volendolo esercitare si farebbe troppo odioso e con troppi inimici, il che non è a proposito della cittá, che uno capo con chi si ha a maneggiare tuttodí e dal quale hanno a dependere infiniti beni sia male voluto da molti; e