Pagina:Guicciardini, Francesco – Dialogo e discorsi del reggimento di Firenze, 1932 – BEIC 1843020.djvu/17

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libro primo 11


rienzia, della quale nessuno di voi manca, avendo giá piú e piú anni sono, atteso alle cose dello stato; ed oltre a questo ed el naturale buono, avete davantaggio le lettere con le quali avete potuto imparare da’ morti gli accidenti di molte etá; dove io non ho potuto conversare se non co’ vivi, né vedere altre cose che de’ miei tempi. Vi dico dunche che, come voi sapete, io ho avuto lunghissima amicizia co’ Medici, ed ho infinite obligazioni a quella casa, per mezzo della quale, non essendo io di stirpe nobile, né cinto di parenti come siate tutti a tre voi, sono stato beneficato ed esaltato e fatto pari a tutti quegli che ordinariamente mi sarebbono andati innanzi negli onori della cittá. Però non direi che la ruina di Piero non mi sia dispiacciuta, perché direi el falso; e se lo dicessi, mi parrebbe potere essere notato di troppa ingratitudine. Ma sappiate che molto piú dispiacere ho avuto de’ modi che sono stati causa di questa ruina, la quale io prevedendo e giudicandola perniziosa non solo a Jui ed agli amici ma ancora alla cittá, se io non mi inganno, cercai di rimediarvi col consigliarlo, col riprenderlo, coll’adirarmi; pure ha potuto piú la disposizione de’ cieli e quello che era destinato che avessi a essere, che e’ consigli miei e di alcuni altri che lo consigliorono sempre bene. Ho adunche amato ed amo quella casa, e nondimanco, Dio mi sia testimonio, se io credessi che questa mutazione fussi in parte alcuna utile alla cittá, io la arei cara quanto alcuno altro; perché fui prima fiorentino ed obligato alla patria, che amico o obligato a’ Medici, e cognosco che quando Firenze stará male, non possono e’ Medici ed ogni altro che reggerá, stare altro che male. Ma può bene essere Firenze grande sanza e’ Medici; e che questo sia lo animo mio, non ne voglio dare altro testimonio, perché parlo con pèrsone che credo che oramai mi cognoschino. Ma per non fare lungo el parlare nostro piú che si bisogni, non voglio in principio convincervi con altre arme che con le vostre medesime. Non dicono e’ vostri filosofi, se messer Marsilio Ficino, con chi qualche volta ne ho parlato, mi ha riferito el vero, che essendo tre le spezie de’ governi, di uno, di pochi e di molti, el