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alle republiche ed agli stati. Perché se tu tagli uno capo, ancora che spenga lui, fai in luogo suo male contenti molti, né solo si fa inimici e’ suoi, ma ancora dispiace poi alla fine a tutti gli uomini di mezzo; se mandi uno in esilio, accresci el numero di quegli che sempre cercono muovere umori contro alla cittá, e con l’una e con l’altra cosa togli riputazione al governo, perché va fuora la fama che siate disuniti, che fa favore al tiranno. Donde tra gli altri danni che gli fa el buono governo è questo, che vi è modo di reprimere chi ha mala voluntá sanza venire a medicine forti, le quali chi ha gli stati in mano non debbe usare se non per ultima necessitá.

El quinto rimedio, ma che non si può fare sanza el governo buono, è in progresso di tempo restituire loro la roba, tutta o parte, con condizione che stiano a certi confini e che non travaglino contro alla cittá; che è simile a quello che convenisti voi col re di Francia: che Piero godessi e’ beni con questo che non si accostassi a Firenze a cento miglia sotto pena di perdergli. Ma non durò quella convenzione, perché dal canto vostro fu fatta per necessitá non per elezione, e dal canto di Piero fu fuora della sua stagione. Quando el tiranno è cacciato, sta per qualche tempo fuora di necessitá per le ragione dette di sopra ed ha la speranza accesa di tornare, però allora per el desiderio solo di godere la roba, non fermerebbe uno passo de’ movimenti suoi, né sarebbe anche a proposito restituirgliene, perché bisogna attendere a impoverirlo e farlo venire in necessitá. Ma quando si è sbattuto uno pezzo, ha consumato quello che gli era avanzato, ha straccato gli amici, vede che le imprese non gli sono riuscite, che e’ principi non hanno tenuto conto o n’hanno fatto mercatantia, che gli uomini gli sono mancati sotto, e si riduce sanza consiglio e sanza speranza, in modo che comincia a pensare piú al vivere quotidiano che al ritornare in casa. Allora se el governo fussi fondato e bene ordinato, io non sarei forse alieno da offerirgli el partito di lasciare loro godere le sue possessioni, con questo che gli avessino a essere tolte ogni volta che si accostassi alla cittá