Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti autobiografici e rari, 1936 – BEIC 1843787.djvu/155

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Perché in tutte le cose che io ho maneggiate insino a questo dí, nessuna ne è stata insino a ora piú onorevole per me che fu l’anno passato la difesa di Parma, mi è parso doverne piú brevemente che io possa, scrivere el successo.

Io mi trovai allo acquisto di Milano, quando vi entrò lo esercito ecclesiastico e cesareo, commissario generale del campo, e quivi soprastetti con monsignore rev.mo de’ Medici insino a di 28 di novembre; nel quale di sendo venuto uno messo del conte di Caiazzo a significarli che el signor Federico da Bozzole ed e’ franzesi erano partiti di Parma, e che avevano lasciato lui nella cittadella, quale teneva a nome di N. S., monsignore mi commisse che io andassi a buone giornate a tôrre la tenuta, e che soprasedessi alla cura di quella cittá insino a tanto che N. S. deputassi uno governatore, quale in fatto si disegnava che fussi io.

Cosí venni, e tolta la tenuta, a pena vi ero stato tre dí che arrivò la notizia della morte di papa Lione, la quale per essere cosa repentina ed in tempo molto estraneo perturbò tutte le cose: fu necessario soprasedere el corso della vittoria, con la quale in uno mese o meno si sarebbono spiccati e’ viniziani dalla amicizia de’ franzesi, e tolto a’ franzesi quanto gli restava in Italia, eccetto le fortezze di Milano e Cremona. Ma vòlti e’ pensieri a conservare quello che restava insino alla creazione del papa, monsignore de’ Medici passando da Parma, che andava in poste a Roma, ordinò che io restassi alla difesa di Parma; Iacopo mio fratello, che era luocotenente mio