Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti autobiografici e rari, 1936 – BEIC 1843787.djvu/173

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consolatoria 167

che quelli medesimi che altra volta l’hanno dimandate, offerendole ora tu loro, le rifiuteranno.

Veggo che per li umori che ora possono nella cittá tu ti truovi escluso da tutto el governo, e con poca speranza che questi romori, causati da errore o da malignitá, s’abbino a purgare presto come molti credono; in modo che da uno estremo eccessivo di onori, di riputazione, di faccende grandissime e di notizia universale in che tu eri, ti truovi precipitato subito in uno altro estremo di uno vivere ozioso, abietto, privatissimo, sanza degnitá, sanza faccende, inferiore nella tua cittá a ogni piccolo cittadino, e di sorte che non che altro, credo ti vergogni quando passano per questa forestieri che t’hanno visto in tanta grandezza, ed ora intendono che tu sia ridotto in grado sí basso e sí infelice. Né è di poco momento li inimici, che per volere fare el debito e per volere servire fedelmente al tuo padrone e satisfare all’onore tuo, tu ti hai fatti in molti luoghi di Italia, grandi e di qualitá da poterti nuocere in molte occasione, massime se la necessitá ti constrígnessi a andare fuora, dove non puoi andare piú con guardie e con armati come hai fatto per el passato; in modo che della grandezza ed autoritá che hai avuto, ti è restato el pericolo, e ti è restato quasi per necessitá uno modo di vivere di piú spesa che non conviene al grado presente ed alle facultá che tu hai.

Ma oltre a tutti e’ dispiaceri detti di sopra, che certo sono grandi, perché io so quanto conto tu hai sempre tenuto dell’onore, e quanto per questo ti sei sempre conservato integro ed astinente della roba di altri, e procurate con tutte le opere ed azioni tue avere buono nome; perché io so quanto sempre hai amato la patria, e quanto capitale hai sempre fatto di avervi drento buona grazia e buona fama, e per questa cagione le grandezze e maneggi tuoi non mai t’hanno potuto spiccare da pensieri e dimostrazione di cittadino; sono certissimo che quello che ti duole insino al cuore, quello che ti cava l’anima, è el vedere che sanza alcuno fondamento di veritá, sanza alcuna cagione, fu sparsa voce sí universale che tu abbi in questa guerra rubato e’ danari publici, che tu abbia