Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti autobiografici e rari, 1936 – BEIC 1843787.djvu/237

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oratio accusatoria 229

tette essere cognosciuto da ognuno, ma in tempo che non potette essere proveduto da nessuno.

Sento ora, giudici, in simili casi e pericoli dirsi le medesime cose e difese: perché non crediate che messer Francesco e chi parlerá per lui, confessi le congiure, confessi che gli abbia animo di procurare el ritorno de’ Medici, e facci instanzia che appartiene alla clemenzia vostra el perdonarli per questa volta, che è utile col fare tanto beneficio guadagnarsi lui e tanti parenti suoi, che questo esemplo di misericordia, che tanta bontá e dolcezza vostra assicurerá ed obligherá in eterno molti che ora hanno paura della invidia o dello sdegno. Non si diranno, no, queste cose, perché le si dicono a padri non a giudici, ma si dirá: che fa egli? E’ vive privatamente, non si sa sua pratica alcuna, non si vede alcuno suo andamento che meritamente lo faccia sospetto; sta basso ed abietto quanto sia possíbile: perché vogliamo noi credere el male dove facilmente potrebbe essere el bene? Ha travagliato tanto, ha corso tanti pericoli, che non è maraviglia che ora ami la qiete, la sicurtá, che voglia godersi quello che con tanta fatica ha acquistato; non si dovere sanza grandissime cagione volere fuora uno per inimico, chi si possa avere drento per amico; che se co’ sospetti soli si condanna lui, el medesimo temeranno tanti altri che erano amici de’ Medici; dispererassi tanta nobilitá, e questo stato che noi possiamo tenere con la benevolenzia, cerchereno di metterlo in pericolo con lo odio.

Dirannosi queste cose e molte altre, come è communemente piú ingegnoso chi difende el male che chi favorisce el bene; le quali ragione quando si allegheranno, giudici, in superficie belle, piacevole, dolce, utili e sicure, ma in effetto brutte, amare, insidiose, pericolose e velenose, è uficio vostro ricordarvi e tenere sempre fisso nella memoria, che messer Francesco è beneficato eccessivamente da’ Medici, che è stato sempre instrumento e ministro loro, che è malissimo contento, che desidera che tornino, perché è ambizioso, perché ha perduto della ruina loro grandissimi onori ed utili, e spera recuperarli