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236 oratio accusatoria


La quale prudenzia di cosí savie republiche se fussi in noi, o se noi avessimo quello vigore e generositá di animo che ebbono giá gli avoli e bisavoli nostri; se fussimo gelosi di questa nostra sposa, come per infiniti rispetti doverremo essere, come pure tante esperienzie ci doverrebbono avere oramai insegnato, non si procederebbe in uno caso sí brutto, sí atroce, sí vituperoso, pieno di sí pessimi esempli, con tante cerimonie, con tanta maturitá. Non si farebbono tante diligenzie di fare pruove e di esaminare testimoni; non starebbe qui el popolo ozioso, come se el caso fussi di altri, a udire orazione, a aspettare lo esito di questo giudicio; non si darebbe facultá di difendersi secondo gli ordini delle legge a chi sempre è stato inimico delle legge, non di godere e’ benefici della libertá a chi ha sempre cercato di opprimerla; non sarebbe, messer Francesco, udita la parola tua, la quale hai sempre adoperata per tôrre a tutti noi la facultá di potere parlare; non ti sarebbe lecito fermarti per difendere in questa piazza della quale armata mano cacciasti sí crudelmente questo popolo, non ti sarebbe consentito el guardare questo Palazzo del quale con mille fraude, con mille inganni sí sceleratamente privasti e’ nostri cittadini.

Quello dí medesimo che doppo la cacciata de’ Medici tornasti contro alla opinione di ognuno insolentemente di campo in questa cittá, dico quello dí, quell’ora medesima sarebbe el popolo corso furiosamente a casa tua; arebbe col fare di te mille pezzi esequito quella sentenzia che tu hai meritato giá tanti anni, quella sentenzia dico, che ti si legge scritta nella fronte; arebbe saziato gli occhi del piú onesto, del piú giusto, del piú desiderato e piú aspettato spettaculo che avessi mai questa cittá, e fatto del sangue tuo quello sacrificio che si doveva alla patria ed alla nostra libertá. Almanco quando, dimenticato di quello che pochi dí innanzi avevi fatto, ardisti non so se piú impudentemente o piú superbamente entrare in Palazzo, la signoria t’arebbe fatto saltare a terra delle finestre, né comportato mai che tu tornassi a basso per quelle scale per le quale eri sí frescamente salito a spogliarci della recuperata