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memorie di famiglia 35

presa, ed Iacopo fu mandato in quello di Volterra a assettare le nostre gente, recuperare el contado ed ordinare quello che fussi necessario allo accamparsi. El quale riebbe tutto el contado innanzi che el duca giugnessi, e di poi rimase commessario in campo insieme con messer Bongianni insino a tanto che si ebbe la vittoria e presesi la terra.

L’anno 1476, sendosi poco innanzi fatto lega fra viniziani, duca di Milano e noi, e però sendo la cittá congiunta collo stato di Milano, oltre gli antichi interessi ed amicizia, con questo vinculo nuovo, e tenendovisi di continuo uno imbasciadore, e sendo diventata quella imbasceria di piú importanza per e’ sospetti aveva quello stato di Luigi re di Francia e di Carlo duca di Borgogna, vi fu mandato imbasciadore Iacopo, el quale vi stette circa a otto mesi e fu molto grato e bene veduto dal signore, ed alla cittá non potette piú satisfare in questa legazione. Tornò a Firenze di settembre, ed el marzo sequente fu creato gonfaloniere di giustizia, ed in questo suo uficio fece la legge sopra e’ testamenti, che fu fatta contro a’ Pazzi a instanzia di Lorenzo de’ Medici e dello stato, benché contra alla sua voluntá; e lui molto la dissuase, non solo per essere amicissimo di messer Iacopo de’ Pazzi, ma perché gli parve la cosa in sé disonesta, e un seme da generare scandolo come poi fu.

Andò poi l’anno 1478 insieme con messer Antonio Ridolfi commessario a Fivizzano a pigliare la possessione di quegli luoghi venuti nuovamente sotto la iurisdizione nostra; dove non stettono molto, e sollecitorno spedire quello avevono a fare per ritornarsene presto a Firenze, rispetto alla novitá seguita per conto de’ Pazzi. El medesimo anno venendo a’ danni nostri lo esercito ecclesiastico e regio guidato dal duca di Calavria e di Urbino, Iacopo fu mandato in campo commessario; e poco poi gli fu aggiunto per compagno messer Luigi suo fratello, e quivi stettono quella state con poco successo, perché non sendo tanti potessino stare alla campagna contro gli inimici, loro presono Rencine, Radda, Brolio e Cacchiano e la Castellina, di che fu piú romore. E di poi in fine della