Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti autobiografici e rari, 1936 – BEIC 1843787.djvu/43

Da Wikisource.

memorie di famiglia 37

quello del duca, il che non piacque. Di poi venendo in aiuto di quella banda el signor Matteo da Capua con forse trentacinque squadre di ecclesiastici, feciono in quello di Perugia fatti di arme insieme, ed in effetto e’ nostri furono superiori ed ebbono una bellissima vittoria; di che sendo e’ perugini indeboliti ed in pratica stretta di pigliare qualche accordo, il che arebbe avuto effetto fra due o tre giorni che dava la vittoria di tutta la guerra, seguí la rotta dello altro esercito al Poggio Imperiale, benché Iacopo avendo sentore vi tenevano trattato, avessi prima per due o tre lettere dato aviso a Firenze vi provedessino. Udita questa nuova, che l’ebbono quasi alle porte di Perugia, subito sanza aspettare aviso da’ dieci, s’aviorono verso Arezzo per venirne presto colle genti verso Firenze; e per la via ebbono lettere da’ dieci che facessino el medesimo, e per loro ordine ne vennono a San Casciano, dove si unirono colle reliquie dello esercito rotto; e di poi sendo e’ nimici andati a campo a Colle di Valdelsa, Iacopo chiesta licenzia ed ottenutala se ne ritornò a Firenze.

Seguitò la andata di Lorenzo de’ Medici a Napoli, e perché gli era lá a discrezione del re, ed era opinione di molti non avessi mai piú a tornare, el popolo cominciò forte a mormorare dello stato presente, e molti uomini da bene mal contenti a destarsi e parlare di fare mutazione; a che Iacopo, avendo oltra alla riputazione, grazia grande cogli uomini da bene, si oppose sempre forte, in modo che per uno uomo solo mantenne forse lo stato a Lorenzo piú che alcuno altro cittadino. Fatta la pace, per riformare lo stato che era scosso, si détte la balia a trenta uomini, dove non intervenne piú che uno per casa; eccetto e’ Ridolfi che vi fu messer Antonio e Tommaso di Luigi, e noi che ne fu messer Luigi ed Iacopo, che fu ancora allora creato degli otto della pratica, che fu la prima volta si feciono.

Successe poi nello 148[2] la guerra de’ viniziani contro a Ferrara, nella quale era loro collegato papa Sisto; e sendosi accordati alla difesa di Ferrara, Napoli Milano e noi, ed avendo e’ fiorentini rimesso in Cittá di Castello messer Niccolò Vitelli,