Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti autobiografici e rari, 1936 – BEIC 1843787.djvu/87

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ricordanze 81

prima divisi e’ mobili che ci toccavano dell’ereditá di Piero nostro padre1, che furono pagati tutti e’ debiti circa ducati mille d’oro larghi per uno, dividemo le nostre possessione d’accordo tra noi soli, benché si facessi per lodo di Iacopo Gianfigliazzi nostro zio, di che sotto detto dí fu rogato ser Pier Francesco di ser Maccallo: toccò a me el podere della Massa col campo di Fichereto ed el podere di Lucignano posti in Val di Pesa, l’uno nel popolo di Poppiano, l’altro nel popolo di Lucignano, di valuta tra tutt’a dua, secondo e’ pregi che allora correvano, in tutto di ducati dumila d’oro larghi; rimasonci a commune le case di Firenze e di villa ed e’ crediti del Monte che erano di poca quantitá.

Ricordo detto dí come insino a dí 21 di giugno 1514 Luigi, Iacopo e Girolamo miei fratelli ed io e Guglielmo Nettoli facemo insieme compagnia di arte di seta con patto si intendessi cominciata a dí primo di febraio 1513 e durassi per tutto gennaio 1516 sotto nome di Rede di Piero Guicciardini e C. setaiuoli; e che el corpo fussi fiorini semila trecento d’oro larghi, de’ quali io mettessi fiorini tremila cinquecento, e fussi governata per Guglielmo Nettoli el quale traessi s. 3, d. 4 per lira, ed el restante, cioè s. 16, d. 8, si dovessino distribuire tra noi secondo la rata de’ corpi e con altri patti e condizione che apparisce nella scritta. È vero che nella messa mia participò Bongianni nostro fratello per ducati millecento d’oro larghi, in modo che el corpo mio non fu in fatto altroché ducati dumila quattrocento d’oro larghi, de’ quali fiorini 1500 cavai del corpo della ragione vecchia tra quello che prima vi avevo io e che mi era tócco di Piero mio padre, ed al resto supplí’ di contanti di quello che avevo guadagnato in Spagna.

Ricordo detto dí come insino a dí 30 di ottobre 1514 la Maria mia donna fece una bambina alla quale si pose nome Lucrezia Santa e Romola; battezzoronla Pandolfo Corbinelli,

  1. In margine: Ebbi a rifare Bongianni di lire 346, s. 16, d. 5.