Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti autobiografici e rari, 1936 – BEIC 1843787.djvu/9

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L’avere notizia de’ maggiori suoi e massime quando e’ sono stati valenti, buoni ed onorati cittadini, non può essere se non utile a’ descendenti, perché è uno stimulo continuo di portarsi in modo che le laude loro non abbino a essere suo vituperio; e per questo rispetto io ho disposto fare qualche memoria delle qualitá de’ progenitori nostri, non tanto per ricordo mio, quanto etiam per coloro che hanno a venire; e faccendolo non per pompa ma per utilitá, dirò la veritá delle cose che mi sono venute a notizia, etiam de’ difetti ed errori loro, acciò che chi leggerá s’accenda non solo a imitare le virtú che hanno avute, ma etiam a sapere fuggire e’ vizi. Holle ritratte con gran fatica e diligenzia, non tanto per cose che io abbi udite quanto per ricordi e molto piú per lettere loro, le quali mi sono state specchio a conoscere non solo le cose fatte da loro, ma etiam le qualitá ed e’ costumi loro. E perché qui dirò la veritá, prego e’ discendenti nostri a chi le verranno alle mani, non le mostri a alcuno fuora di casa, ma serbile per sé e sua utilitá, perché io l’ho scritte solamente a quello fine, come quello che desidero due cose al mondo piú che alcuna altra: l’una la esaltazione perpetua di questa cittá e della libertá sua; l’altra la gloria di casa nostra, non solo vivendo io, ma in perpetuo. A Dio piaccia conservare e accrescere l’una e l’altra.


Io non ho notizia certa, con tutto n’abbi ricerco assai, donde abbi avuto origine la famiglia nostra, ma truovo ebbe el priorato circa al milletrecento, circa a otto anni poi che fu