Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti politici e ricordi, 1933 – BEIC 1844634.djvu/112

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106 discorsi politici


nondimeno questo non vi debbe ritirare, perché e’ savi se ne sogliono difendere, e non si potendo ottenere le cose grande sanza qualche pericolo, si debbono le imprese accettare ogni volta che la speranza è maggiore che la paura. E se non vi muove lo appetito della gloria e grandezza, parendovi averne a sufficienzia, considerate piú lá, Gran Capitano, che rifiutando questa impresa si viene a diminuire la gloria acquistata da voi insino a oggi; perché chi non vede che stando voi in ocio, in pace, con veste lunghe ed abiti civili, alla ombra la fama vostra invecchia tuttogiorno, manca uno certo vigore fresco, ed el nome vostro si regge non in sul fulgore delle cose presenti, ma in sulla riputazione delle passate, come di Pompeio a comparazione di Cesare dicevano li antichi scrittori? El tempo e lo ozio vi logora. Ma quello che è piú, recusando questa amministrazione, date causa di credere a’ populi che lo animo vi manchi e che voi medesimo diffidiate di voi; di che può nascere disputa quale abbi potuto piú nelle azione vostre passate o la fortuna o la virtú. Finalmente per conchiudere in una cosa tanto chiara, vogliate piú tosto le faccende di Cesare che el brutto ocio di Lucullo, ed eleggete piú tosto la occasione di crescere in infinito la gloria e lo stato vostro, vivendo in Italia ed in Napoli come re, che voluntariamente invecchiarla e diminuirla stando in Castiglia come suddito.