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134 discorsi politici


che sia a notizia di costoro; e però ragionevolmente, vedendosi la opportunitá di non avere per qualche mese da temere la venuta de’ franzesi, cercheranno assicurarsi di noi col farci guerra, la quale o sosterreno con grandissima spesa e pericolo, o sareno necessitati venire a qualche accordo disonorevole e dannoso, dove ora siamo pregati da tanti príncipi e lo possiamo fare con grandissima riputazione, e con partiti buoni, e con tanta sicurtá quanta si può avere in questi casi.

Noi abbiamo molte volte desiderato potere posare le cose nostre con Cesare con buona sua satisfazione; ora che ci è offerta la occasione, non so se sareno savi a lasciarla passare, massime che la è tale che per ora ci assicura ed è conveniente: pensiamo a’ frangenti presenti, perché agli accidenti che succederanno di tempo in tempo, e’ quali non si può giudicare quello che saranno, si piglierá partito alla giornata. Abbiamo per el passato avuto da’ franzesi sanza alcuna ragione grandissimi mali, e quello poco di bene che ci hanno fatto è nato dalla utilitá loro; e nondimanco nelle loro difficultá siáno stati prontissimi: perduto in servizio loro grande parte delle gente nostre in Milano; soccorsigli poi con gente nuove in ogni luogo nella impresa ultima che feciono per la recuperazione; usciti di Italia gli abbiamo aspettati e chiamati, ed ancora che ci mancassino della promessa fatta di passare a primavera, siamo stati fermi insino a ora. Assai abbiamo satisfatto alla fede ed onore nostro, ed ecceduto di gran lunga le nostre obbligazioni: tempo è pensare a’ fatti nostri ed alla sicurtá nostra; la quale ragione, ancora che e’ capituli vegghiassino, ci libera da ogni promessa, perché el patto della difesa è reciproco, e ne’ pericoli nostri loro sono obligati a difenderci, e noi a attendere prima alla difesa nostra che a aiutare le imprese di altri.

L’accordo con Cesare non è contro alla degnitá nostra: assicuraci da’ pericoli presenti, liberaci di spesa, ed a giudicio mio è el principio a entrare nella via di consolidare el duca di Milano, ed in consequenzia riducere le cose di Italia