Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti politici e ricordi, 1933 – BEIC 1844634.djvu/172

Da Wikisource.
166 discorsi politici

che questi dua duchi: all’uno è stato tolto lo stato ed ancora si gli tiene occupata parte; allo altro sono state fatte tante persecuzione, quante ognuno sa, continuate in ogni accidente, in ogni tempo, insino a ieri, insino a stamani, né mai alcuno mezzo, alcuni suoi prieghi, alcuna umiliazione, alcune offerte hanno potuto mitigare queste asperitá, né in quanto a l’uno né in quanto a l’altro, ed ogni promessa, ogni blandizia, ogni reconciliazione che si è fatta loro, è stata una simulazione, una insidia; in modo che possono essere certi che in ogni fortuna che tornassi, sarebbono a’ medesimi termini. Però non so come potete disporvi a fidarvene, a mettere loro in mano tutto lo stato vostro, a credere che si affatichino per la vostra grandezza, della quale sempre temeranno. Io sono stato sempre alieno dal perseguitarli, non vi vedendo drento acquisto, ma carico e perdita assai; non sono giá facile a confortarvi vi rimettiate sí liberamente in loro. Dio voglia che chi vi consiglia al farlo, abbia, per parlare modestamente, migliore fortuna in questo che non ha avuto nel consigliarvi a offendergli.

Resta comparare la qualitá delle gente, che è cosa troppo manifesta. El nervo della fanteria vostra saranno svizzeri, della natura ordinaria di chi, e delle difficultá che s’hanno a maneggiargli, non voglio dire altro; ma sono stati battuti tante volte da questi inimici, e tanto, come ognuno confessa, inviliti, che io non credo possino piú vedergli, non che sostenergli; lanzichenech non arete, o pochi, né vi potresti fidare di molti per andare contro a Cesare. Adunche bisogna una banda molto grossa di italiani, de’ quali io parlerò costumatamente, perché io sono di altra nazione; ma infinite esperienzie hanno mostro che fondamento si possi fare, e che non sono da comparare alle fanterie forestiere. Né voglio dire che questo mancamento proceda dalla virtú degli uomini, quanto forse dalla condizione de’ tempi e degli accidenti di Italia, e da’ modi e luoghi dove sono stati adoperati. Non sono avezzi in sulla ordinanza come e’ tedeschi; non hanno uno principe a chi pensino di satisfare come gli spagnuoli; le guerre da uno pezzo in qua sono state fatte quasi sempre