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elogio di lorenzo de' medici 227

bellissimo monasterio; fece una bellissima libreria empiendola di quanti libri rari e preziosi potette avere; né li parendo che in Italia fussino molti libri greci, mandò in Grecia Constantino Lascari con commessione comperassi tutti e’ libri notabili poteva avere sanza guardare a spesa alcuna. Dilettossi oltre a questo assai della scultura, della pittura, della architettura, dando guadagno ed emolumento a tutti li omini eccellenti in queste arte; cosí della musica, e fece in Firenze ordinare una capella di cantori che forse non la aveva tale alcuno principe cristiano. Finalmente fu di ingegno universalissimo in tutte le cose virtuose, ed uno refugio e patrocinio di tutti li omini eccellenti in qualunque arte.

In coeteris el vivere suo fu civile e piú tosto da privato che da uomo di stato, come quello che non voleva collo esemplo suo indurre li altri cittadini in uno vivere troppo suntuoso, e cosí in tutta la conversazione sua viveva colli altri con quella umanitá, affabilitá e sanza fasto alcuno, come se fussi stato uno di loro, e nondimeno quando a Firenze veniva qualche uomo claro di nobilitá e di virtú, li faceva con conviti e con doni onore supremo, come quello che di liberalitá e di appetito di gloria e di eccellenzia era equale a ogni principe. Con queste arte e virtú fu di tanta fama e riputazione non solo in Italia ma eziandio apresso le nazione esterne, che fu cosa mirabile; e molti re cristiani tennono in particulare amicizia grande con lui; né solo in Cristianitá, ma eziandio alli infedeli si sparse la gloria sua, in modo che el grande soldano di Babillonia mandò insino a Firenze uomini sua a visitarlo ed a donarli una giraffa ed altri animali di quelle regioni.

Morí essendo Italia tutta in grandissima quiete e felicitá, la quale poco doppo la morte sua cominciò a perturbarsi e venire in discordia, donde seguí la entrata de’ franzesi in Italia e la ruina universale; in modo che la morte sua fu calamitosa a tutti, perché è opinione de’ savi che vivendo lui, che era come uno censore delli altri potentati, non seguiva tanta disunione; in forma che non sanza causa parse che e’ cieli