Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti politici e ricordi, 1933 – BEIC 1844634.djvu/255

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serie prima 249

cosí è tanto piú utile e succede meglio, quanto per avere nome del contrario ti è piú facilmente creduto.

46. Per la ragione di sopra non laudo chi vive sempre con simulazione e con arte, ma escuso chi qualche volta la usa.

47. Sia certo che se tu desideri che non si sappia che tu abbia fatto o tentato qualche cosa, che ancora che sia quasi scoperto e publico, è sempre in proposito el negarla; perché la negazione efficace, quando bene non persuada a chi ha indizi o creda el contrario, gli mette almanco el cervello a partito.

48. È incredibile quanto giovi a chi ha amministrazione che le cose sue siano secrete; perché non solo e’ disegni tuoi quando si sanno possono essere prevenuti o interrotti, ma etiam lo ignorarsi e’ tuoi pensieri fa che gli uomini stanno sempre attoniti e sospesi a osservare le tue azione, ed in su ogni tuo minimo moto si fanno mille commenti, il che ti fa grandissima riputazione. Però chi è in tale grado doverrebbe avezzare sé ed e’ suoi ministri non solo a tacere le cose che è male che si sappino, ma ancora tutte quelle che non è utile che si publichino.

49. Conviene a ognuno el ricordo di non comunicare e’ secreti suoi se non per necessitá, perché si fanno schiavi di coloro a chi gli comunicano, oltre a tutti gli altri mali che el sapersi può portare; e se pure la necessitá vi strigne a dirgli, metteteli in altri per manco tempo potete, perché nel tempo assai nascono mille pensamenti cattivi.

50. Lo sfogarsi qualche volta de’ piaceri o dispiaceri suoi è cosa di grande conforto, ma è nociva; però è saviezza lo astenersene, se bene è molto difficile.

51. Osservai quando ero imbasciadore in Spagna apresso al re don Ferrando d’Aragona, principe savio e glorioso, che