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di che temevi, ti truovi per una paura vana avere lasciato quello che ti piaceva; e però è savio proverbio: di cosa nasce cosa.

97. Ne’ discorsi dello stato ho veduto spesso errare chi fa giudicio, perché si esamina quello che ragionevolmente doverrebbe fare questo e quello principe, e non quello che fará secondo la natura e cervello suo; però chi vuole giudicare che fará, verbigrazia, el re di Francia, debbe avere piú rispetto a quale sia la natura e costume di uno franzese, che a quello che doverrebbe fare uno prudente.

98. Io ho detto molte volte e lo dico di nuovo, che uno ingegno capace e che sa fare capitale del tempo, non debbe lamentarsi che la vita sia breve; perché può attendere a infinite cose, e sapendo spendere utilmente el tempo, gli avanza tempo.

99. Chi vuole travagliare non si lasci cavare di possessione delle faccende, perché dall’una nasce l’altra, sí per lo adito che dá la prima alla seconda, come per la riputazione che ti porta el trovarti in negocio; e però si può anche a questo adattare el proverbio: di cosa nasce cosa.

100. Non è facile el trovare questi ricordi, ma è piú difficile a esequirli, perché spesso l’uomo cognosce ma non mette in atto; però volendo usargli, sforzate la natura e fatevi uno buono abito, col mezzo del quale non solo farete questo, ma vi verrá fatto sanza fatica quanto vi comanderá la ragione.

101. Non si maraviglierá dell’animo servile de’ nostri cittadini chi leggerá in Cornelio Tacito che e’ Romani, soliti a dominare el mondo e vivere in tanta gloria, servivano sí vilmente sotto li imperadori, che Tiberio, uomo tirannico e superbo, aveva nausea di tanta dapocaggine.