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bene irremunerato, né alcuno male impunito, dargli in satisfazione de’ suoi beni questo contento nel mondo, per punirlo poi pienamente del male nell’altro; e nondimeno, perché le ricchezze male acquistate s’hanno a purgare, non si perpetuare nel terzo erede. Io gli risposi, che non sapevo se el detto in sé era vero, potendosene allegare in contrario molte esperienzie; ma quando fussi vero potersi considerare altra ragione; perché la variazione naturale delle cose del mondo fa che dove è la ricchezza venga la povertá, e piú negli eredi che nel principale, perché quanto el tempo è piú lungo, tanto è piú facile la mutazione. Di poi el principale, cioè quello che l’ha acquistate, v’ha piú amore; ed avendo saputo guadagnarle, sa anche le arte del conservarle; ed usato vivere da povero non le dissipa; ma gli eredi, non avendo tanto amore a quello che sanza loro fatica si hanno trovato in casa, allevati da ricchi, e non avendo imparato le arte del guadagnare, che maraviglia è che o per troppo spendere o per poco governo se le lascino uscire di mano?

34. Tutte le cose che hanno a finire non per impeto di violenzia ma di consunzione, hanno piú lunga vita assai che l’uomo da principio non si immagina. Vedesi lo esemplo in uno etico, che quando è giudicato essere allo estremo, vive ancora non solo dí, ma talvolta settimane e mesi; in una cittá che s’ha a vincere per assedio, dove le reliquie delle vettovaglie ingannano sempre la opinione di ognuno.

35. Quanto è diversa la pratica dalla teorica! quanti sono che intendono le cose bene, che o non si ricordono o non sanno metterle in atto! Ed a chi fa cosí, questa intelligenzia è inutile, perché è come avere uno tesoro in una arca con obligo di non potere mai trarlo fuora.

36. Chi attende a acquistare la grazia degli uomini, avvertisca quando è richiesto, a non negare mai precisamente, ma dare risposte generale; perché a chi richiede, talvolta non