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69. Se voi osservate bene vedrete che di etá in etá non solo si mutano e’ modi del parlare degli uomini ed e’ vocaboli, gli abiti del vestire, gli ordini dello edificare, della cultura e cose simili, ma quello che è piú, e’ gusti ancora, in modo che uno cibo che è stato in prezzo in una etá è spesso stimato manco nell’altra.

70. El vero paragone dello animo degli uomini è quando viene loro addosso uno periculo improviso; chi regge a questo, che se ne truova pochissimi, si può veramente chiamare animoso ed imperterrito.

71. Se vedete andare a cammino la declinazione di una cittá, la mutazione di uno governo, lo augumento di uno imperio nuovo ed altre cose simili, che qualche volta si veggono innanzi quasi certe, avvertite a non vi ingannare ne’ tempi, perché e’ moti delle cose sono per sua natura e per diversi impedimenti molto piú tardi che gli uomini non si immaginano, e lo ingannarti in questo ti può fare grandissimo danno; avvertiteci bene che è uno passo dove spesso si inciampa. Interviene anche el medesimo nelle cose private e particulari, ma molto piú in queste publiche ed universali; perché hanno, per essere maggiore mole, el moto suo piú lento, ed anche sono sottoposte a piú accidenti.

72. Non è cosa che gli uomini nel vivere del mondo debbino piú desiderare e che sia piú gloriosa, che vedersi el suo inimico prostrato in terra ed a sua discrezione; e questa gloria la raddoppia chi la usa bene, cioè con lo adoperare la clemenzia, e col bastargli d’avere vinto.

73. Né Alessandro Magno, né Cesare, né gli altri che sono stati celebrati in questa laude, usarono mai clemenzia per la quale cognoscessino guastare o mettere in pericolo lo effetto della sua vittoria, perché sarebbe forse piú presto demenzia, ma solo in quegli casi ne’ quali lo usarla non diminuiva loro sicurtá e gli faceva piú ammirabili.