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dedita alle sue particolari faccende, possa distinguere e conoscere? Senza che, la persuasione immoderata che ciascuno ará di se medesimo gli desterá tutti alla cupiditá degli onori, né basterá agli uomini nel governo popolare godere i frutti onesti della libertá, ché aspireranno tutti a gradi principali, e a intervenire nelle deliberazioni delle cose piú importanti e piú difficili; perché in noi manco che in alcuna altra cittá regna la modestia del cedere a chi piú sa, a chi piú merita. Ma persuadendoci che di ragione tutti, in tutte le cose, dobbiamo essere eguali, si confonderanno, quando sará in facoltá della moltitudine, i luoghi della virtú e del valore; e questa cupiditá distesa nella maggiore parte fará potere piú quegli che manco sapranno o manco meriteranno, perché essendo molto piú numero aranno piú possanza, in uno stato ordinato in modo che i pareri s’annoverino non si pesino. Donde che certezza arete voi che, contenti della forma la quale introdurrete al presente, non disordinino presto i modi, prudentemente pensati, con nuove invenzioni e con leggi imprudenti? alle quali gli uomini savi non potranno resistere. E queste cose sono in ogni tempo pericolose in un governo tale, ma saranno molto piú ora, perché è natura degli uomini, quando si partono da uno estremo nel quale sono stati tenuti violentemente, correre volonterosamente, senza fermarsi nel mezzo, all’altro estremo. Cosí chi esce da una tirannide, se non è ritenuto, si precipita a una sfrenata licenza; la quale anche si può giustamente chiamare tirannide, perché e un popolo è simile a un tiranno quando dá a chi non merita, quando toglie a chi merita, quando confonde i gradi e le distinzioni delle persone; ed è forse tanto piú pestifera la sua tirannide quanto è piú pericolosa l’ignoranza, perché non ha né peso né misura né legge che la malignitá, che pure si regge con qualche regola con qualche freno con qualche termine. Né vi muova l’esempio de’ viniziani, perché in loro e il sito fa qualche momento e la forma del governo inveterata fa molto, e le cose vi sono ordinate in modo che le deliberazioni importanti sono piú in potestá di pochi che di molti; e gl’ingegni