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tanto in potestá della fortuna, avea contro alla volontá del nipote consigliato che si fuggisse il combattere. Cosí variandosi con diversi accidenti la battaglia, né si scoprendo piú per gli italiani che per i franzesi vantaggio alcuno, era piú che mai dubbio chi dovesse essere vincitore; e però, pareggiata quasi la speranza e il timore, si combatteva da ogni parte con ardore incredibile, riputando ciascheduno che nella sua mano destra e nella sua fortezza fusse collocata la vittoria. Accendeva gli animi de’ franzesi la presenza e il pericolo del re, perché non altrimenti, appresso a quella nazione, per inveterata consuetudine, è venerabile la maestá de’ re che si adori il nome divino, l’essere in luogo che con la vittoria sola potevano sperare la loro salute; accendeva gli animi degli italiani la cupiditá della preda, la ferocia e l’esempio del marchese, l’avere cominciato a combattere con prospero successo, il numero grande del loro esercito per il quale aspettavano soccorso da molti de’ suoi; cosa che non speravano i franzesi, perché le genti loro o erano mescolate tutte nel fatto d’arme o veramente aspettavano a ogn’ora di essere assaltate dagli inimici. Ma è grandissima (come ognuno sa) in tutte l’azioni umane la potestá della fortuna, maggiore nelle cose militari che in qualunque altra, ma inestimabile immensa infinita ne’ fatti d’arme; dove uno comandamento male inteso, dove una ordinazione male eseguita, dove una temeritá, una voce vana, insino d’uno piccolo soldato, traporta spesso la vittoria a coloro che giá parevano vinti; dove improvisamente nascono innumerabili accidenti i quali è impossibile che siano antiveduti o governati con consiglio del capitano. Però in tanta dubietá, non dimenticatasi del costume suo, operò quello che per ancora non operava né la virtú degli uomini né la forza dell’armi. Perché avendo gli stradiotti, mandati ad assaltare i carriaggi de’ franzesi, cominciato senza difficoltá a mettergli in preda, e attendendo a condurre chi muli chi cavalli chi altri arnesi di lá dal fiume, non solo quell’altra parte degli stradiotti che era destinata a percuotere i franzesi per fianco, ma quegli ancora che giá erano entrati nel fatto d’arme,