Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. I, 1929 – BEIC 1845433.djvu/193

Da Wikisource.

libro secondo — cap. xi 187


Da altra parte il re di Francia, per essere piú propinquo a Novara, s’era da Asti trasferito a Turino; e ancora che spesso andasse insino a Chieri, preso dall’amore d’una gentildonna che vi abitava, non si intermettevano per questo le provisioni della guerra, sollecitando continuamente le genti che passavano di Francia, con intenzione di mettere in sulla campagna dumila lancie franzesi. Ma con non minore studio s’attendeva a sollecitare la venuta di diecimila svizzeri, a soldare i quali era stato mandato il baglí di Digiuno; disegnando, subito che e’ fussino arrivati allo esercito, fare lo sforzo possibile per soccorrere Novara, ma senza quegli non avendo ardire di tentare cosa alcuna memorabile. Perché il regno di Francia, potentissimo in questo tempo di cavalleria e instruttissimo di copia grande d’artiglierie e di grandissima perizia di maneggiarle, era debolissimo di fanteria propria; perché ritenute l’armi e gli esercizi militari solo nella nobiltá, era mancata nella plebe e negli uomini popolari l’antica ferocia di quella nazione, per avere lungamente cessato dalle guerre e datisi all’arti e a’ guadagni della pace: conciossiaché molti de’ re passati, temendo dell’impeto de’ popoli, per l’esempio di varie congiurazioni e rebellioni che erano accadute in quel reame, avevano atteso a disarmargli e alienargli dagli esercizi militari. E però i franzesi, non confidando piú della virtú de’ fanti propri, si conducevano timidamente alla guerra se nell’esercito loro non era qualche banda di svizzeri. La quale nazione, in ogni tempo indomita e feroce, aveva circa venti anni innanzi augumentato molto la sua riputazione; perché essendo assaltati con potentissimo esercito da Carlo duca di Borgogna, quello che per la potenza e per la fierezza sua era al regno di Francia e a tutti i vicini di grandissimo terrore, gli avevano in pochi mesi dato tre rotte e nell’ultima, o mentre combatteva o nella fuga (perché fu oscuro il modo della sua morte) privatolo della vita. Per la virtú loro adunque, e perché con essi non avevano i franzesi emulazione o differenza alcuna, né per propri interessi causa di sospettarne, come avevano de’ tedeschi, non conducevano altri fanti forestieri che