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libro secondo — cap. xii 201

tempo, il quale ciascuno conosce che abilitá abbiamo di aspettare: senza che, la cavalleria nostra non è né di quel numero né di quel vigore che molti forse si persuadono, essendone, come ognuno sa, ammalati molti, molti ancora, e con licenza e senza licenza, ritornatisene in Francia, e la maggiore parte di quegli che restano, stracchi per la lunga milizia, sono piú desiderosi d’andarsene che di combattere; e il numero grande de’ svizzeri, che è il nervo principale del nostro esercito, ci è forse cosí nocivo come sarebbe inutile il piccolo numero. Perché chi è quello che, esperto della natura e de’ costumi di quella nazione e che sappia quanto sia difficile, quando sono tanti insieme, il maneggiargli, ci assicuri che non faccino qualche pericoloso tumulto, massime procedendo le cose con lunghezza? nella quale, per cagione de’ pagamenti ne’ quali sono insaziabili, e per altri accidenti, possono nascere mille occasioni di alterargli. Cosí restiamo incerti se gli aiuti loro ci abbino a essere medicina o veleno; e in questa incertitudine come possiamo noi fermare i nostri consigli? come possiamo noi risolverci a deliberazione alcuna animosa e grande? Nessuno dubita che piú onorevole sarebbe, piú sicura per la difesa del regno di Napoli, la vittoria che l’accordo; ma in tutte le azioni umane, e nelle guerre massimamente, bisogna spesso accomodare il consiglio alla necessitá, né, per desiderio di ottenere quella parte che è troppo difficile e quasi impossibile, esporre il tutto a manifestissimo pericolo; né è manco ufficio del valoroso capitano fare operazione di savio che d’animoso. Né è stata l’impresa di Novara principalmente impresa vostra, né appartiene se non per indiretto a voi che non pretendete diritto al ducato di Milano; né fu la partita vostra da Napoli per fermarsi a fare la guerra nel Piemonte ma per ritornare in Francia, a fine di riordinarvi di danari e di genti, da potere piú gagliardamente soccorrere il regno di Napoli: il quale, in questo mezzo, col soccorso dell’armata partita da Nizza, con le genti vitellesche con gli aiuti e co’ danari de’ fiorentini, si intratterrá tanto che potrá facilmente aspettare le potenti provisioni che, ricondotto in Francia, voi farete. Non sono