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24 storia d'italia

divozione naturale che hanno alla casa di Francia, e se pure volessino opporsi, di che momento saranno contro a tanta possanza? Quante volte ha, contro alla volontá di tutta Italia, passate l’Alpi questa bellicosissima nazione, e nondimeno, con inestimabile gloria e felicitá, riportatone tante vittorie e trionfi! E quando fu mai il reame di Francia piú felice, piú glorioso, piú potente che ora? e quando mai gli fu sí facile l’avere pace stabile con tutti i vicini? le quali cose se per l’addietro concorse fussino, sarebbe stato pronto, per avventura, il padre vostro a questa medesima espedizione. Né sono manco accresciute agli inimici le difficoltá che a voi l’opportunitá, perché è ancora potente in quel reame la parte angioina, sono gagliarde le dipendenze di tanti príncipi e gentiluomini scacciati iniquamente pochissimi anni sono, e perché sono state sí aspre le ingiurie fatte in ogni tempo da Ferdinando a’ baroni e a’ popoli, a quegli ancora della fazione aragonese. Tanto è grande la sua infedeltá, tanto immoderata l’avarizia, tanto orribili e sí spessi gli esempli della crudeltá sua e di Alfonso suo primogenito, che è notissimo che tutto il regno, concitato da odio incredibile contro a loro e nel quale è verde la memoria della liberalitá, della bontá, della magnanimitá, dell’umanitá, della giustizia de’ re franzesi, si leverá con allegrezza smisurata alla fama della vostra venuta; in modo che la deliberazione sola del fare la impresa basterá a farvi vittorioso. Perché come i vostri eserciti aranno passati i monti, come l’armata marittima sará congregata nel porto di Genova, Ferdinando e i figliuoli, spaventati dalla coscienza delle loro sceleratezze, penseranno piú a fuggirsi che a difendersi. Cosí con somma facilitá arete recuperato al sangue vostro uno regno, che, se bene non è da agguagliare alla grandezza di Francia, è pure regno amplissimo e ricchissimo, ma da apprezzare molto piú per il profitto e per i comodi infiniti che ne perverranno a questo reame: i quali racconterei tutti, se non fusse notorio che maggiori fini ha la generositá franzese, che piú degni e piú alti pensieri sono quegli di sí magnanimo, di sí glorioso re, diritti non allo interesse proprio ma all’universale grandezza di tutta la republica