Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. I, 1929 – BEIC 1845433.djvu/341

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libro quarto — cap. vi 335

a quegli de’ fiorentini disse egli medesimo che stessino sicuri che non concorderebbe mai co’ viniziani in altra forma. Ma non lo lasciorono stare fermo in questo proposito il duca Valentino con gli altri agenti del pontefice, e il cardinale di San Piero a Vincola, Gianiacopo da Triulzi e tutti quegli italiani che per gli interessi propri lo incitavano alla guerra: i quali, con molte ed efficaci ragioni, gli persuaseno che, per la potenza de’ viniziani e per l’opportunitá che avevano a offendere il ducato di Milano, non poteva essere piú pernicioso consiglio che privarsi de’ loro aiuti per timore di non perdere quegli de’ fiorentini, i quali, per i travagli loro e perché erano lontani a quello stato, potevano essergli di poco profitto; e che questo facilmente causerebbe che Lodovico Sforza, rimovendosi, per riconciliarsi co’ viniziani, dal favore de’ fiorentini, il che era stato causa di tutte le discordie tra loro, si riunirebbe con essi. Donde che difficoltá fussino per nascere, essendo congiunti i viniziani e Lodovico, dimostrarsi, se non per altro, per la esperienza degli anni passati; perché se bene nella lega fatta contro a Carlo fusse concorso il nome di tanti re, nondimeno le forze solamente de’ viniziani e di Lodovico avergli tolto Novara, e difeso sempre contro a lui il ducato di Milano. Ricordavangli essere fallace e pericoloso consiglio il fare fondamento in su l’unione con Massimiliano, nel quale si erano, insino a quel dí, veduti i disegni assai maggiori che la facoltá o la prudenza del colorirgli; e quando pure fusse per avere successi piú prosperi che per l’addietro, doversi considerare quanto fusse a proposito l’augumento di uno inimico perpetuo e sí acerbo alla corona di Francia. Con le quali ragioni commosseno in modo il re che, mutata sentenza, consentí che senza parlare piú delle cose di Pisa si conchiudesse la confederazione co’ viniziani: nella quale fu convenuto che nel tempo medesimo che egli assaltasse con potente esercito il ducato di Milano essi, da altra banda, facessino, di verso i loro confini, il medesimo; e che guadagnandosi per lui tutto il resto del ducato, Cremona con tutta la Ghiaradadda, eccettuata però la riva di Adda per quaranta braccia, si acquistasse