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58 storia d'italia

divozione quella cittá; e da altra parte chiamato a Milano, da Genova e delle terre delle riviere, molti seguaci de’ fuorusciti. A questi provedimenti, potenti per se stessi, aggiunse molto di riputazione e di fermezza la persona di Luigi duca di Orliens, il quale, ne’ medesimi dí che l’armata aragonese si scoperse nel mare di Genova, entrò per commissione del re di Francia in quella cittá, avendo prima parlato in Alessandria sopra le cose comuni con Lodovico Sforza; il quale (come sono piene di oscure tenebre le cose de’ mortali) l’aveva ricevuto lietamente e con grande onore, ma come pari, non sapendo quanto presto in potestá di lui avesse a essere costituito lo stato e la vita sua. Queste cose furono cagione che gli aragonesi, che prima avevano disegnato di presentarsi con l’armata nel porto di Genova, sperando che i seguaci de’ fuorusciti facessino qualche sollevazione, mutato consiglio, deliberorno d’assaltare le riviere; e dopo qualche varietá di opinione, in quale riviera o di levante o di ponente fusse da cominciare, seguitato il parere di Obietto, che si prometteva molto degli uomini della riviera di levante, si dirizzorno alla terra di Portovenere; alla quale terra, perché da Genova vi erano stati mandati quattrocento fanti e gli animi degli abitatori confermati da Gianluigi dal Fiesco che era venuto alla Spezie, dettono piú ore invano la battaglia, in modo che, perduta la speranza di espugnarla, si ritirorno nel porto di Livorno per rinfrescarsi di vettovaglie e accrescere il numero de’ fanti; perché intendendo le terre della riviera essere bene provedute, giudicavano necessarie forze maggiori. Dove don Federigo, avuta notizia l’armata franzese, inferiore alla sua di galee ma superiore di navi, prepararsi per uscire del porto di Genova, rimandò a Napoli le navi sue, per potere con la celeritá delle galee piú espeditamente dagl’inimici discostarsi, quando unite le navi e le galee andassino ad assaltarlo; restandogli nondimeno la speranza di opprimergli se le galee dalle navi, o per caso o per volontá, si separassino.

Camminava in questo tempo medesimo con l’esercito terrestre il duca di Calavria verso Romagna, con intenzione di