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aggiugnendovisi la fede del re e di Piero de’ Medici, di creare cardinale Antonio Galeazzo suo figliuolo, allora protonotario apostolico. Dettono queste condotte riputazione grande all’esercito di Ferdinando, ma molto maggiore l’arebbono data se con questi successi fusse entrato prima in Romagna; ma la tarditá di muoversi del regno e la sollecitudine di Lodovico Sforza aveva fatto che non prima arrivò Ferdinando a Cesena che Obigní e il conte di Gaiazzo, governatore delle genti sforzesche, con parte dello esercito destinato a opporsi agli aragonesi essendo passati senza ostacolo per il bolognese, entrorono nel contado d’Imola. Perciò, interrotte a Ferdinando le prime speranze di passare in Lombardia, fu necessario fermare la guerra in Romagna: dove, seguitando l’altre cittá la parte aragonese, Ravenna e Cervia, cittá suddite a’ viniziani, non aderivano a alcuno; e quel piccolo paese il quale, contiguo al fiume del Po, teneva il duca di Ferrara non mancava di qualunque comoditá alle genti franzesi e sforzesche.

Ma né per le difficoltá riscontrate nella impresa di Genova né per lo impedimento sopravenuto in Romagna la temeritá di Piero de’ Medici si raffrenava. Il quale essendosi con secreta convenzione, fatta senza saputa della republica col pontefice e con Alfonso, obligato a opporsi scopertamente al re di Francia, non solo aveva consentito che l’armata napoletana avesse ricetto e rinfrescamento nel porto di Livorno e comoditá di soldare fanti per tutto il dominio fiorentino, ma non potendo piú contenersi dentro a termine alcuno, operò che Annibale Bentivoglio figliuolo di Giovanni, il quale era soldato de’ fiorentini, con la compagnia sua, e la compagnia di Astore de’ Manfredi, si unissino con l’esercito di Ferdinando, subito che entrò nel contado di Furlí; al quale fece inoltre mandare mille fanti e artiglierie. Simile disposizione appariva continuamente nel pontefice: il quale, oltre alle provisioni dell’armi, non contento d’avere con uno breve esortato prima Carlo a non passare in Italia e a procedere per la via della giustizia e non con l’armi, gli comandò poi per un altro breve le cose medesime sotto pena delle censure ecclesiastiche; e per il