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Francia acquistasse il regno di Napoli, ma che il disegno suo fusse, poiché avesse fatto sé duca di Milano e fatto passare l’esercito franzese in Toscana, interporsi a qualche concordia; per la quale, riconoscendosi Alfonso tributario della corona di Francia, con assicurare il re dell’osservanza, e smembrate forse da’ fiorentini le terre le quali tenevano nella Lunigiana, il re se ne ritornasse in Francia: e cosí, restando sbattuti i fiorentini e diminuito il re di Napoli di forze e d’autoritá, egli, diventato duca di Milano, avesse conseguito tanto che gli bastasse a essere sicuro, senza incorrere ne’ pericoli imminenti dalla vittoria de’ franzesi. Avere sperato che Carlo, sopravenendone massime la vernata, avesse a trovare qualche difficoltá la quale il corso della vittoria gli ritenesse; e attesa la impazienza naturale de’ franzesi, l’essere il re male proveduto di danari, e la volontá di molti de’ suoi aliena da questa impresa, si potesse facilmente trovare mezzo di concordia. Quel che di tale cosa sia la veritá, certo è che, se bene nel principio Lodovico si fusse per separare Piero de’ Medici dagli Aragonesi grandemente affaticato, cominciò poi occultissimamente a confortarlo a perseverare nella sua sentenza, promettendogli di operare o che ’l re di Francia non passerebbe o che, passando, ritornerebbe presto, e innanzi che avesse tentato cosa alcuna di qua da’ monti: né cessava, per mezzo dello oratore suo risedente in Firenze, fare seco spesso, questa instanza, o perché cosí fusse veramente la sua intenzione o perché, determinato giá alla rovina di Piero, desiderasse che e’ procedesse tant’oltre contro al re che non gli restasse luogo di reconciliazione. Deliberato adunque Piero, con saputa d’Alfonso, di fare noto questo andamento al re di Francia, chiamò uno dí a casa sua, sotto colore di essere indisposto della persona, lo imbasciadore milanese, avendo prima ascoso quello del re, che era in Firenze, in luogo donde comodamente i ragionamenti loro udire potesse. Quivi Piero, repetute con parole distese le persuasioni e le promesse di Lodovico, e che per l’autoritá sua era stato pertinace a non consentire le dimande di Carlo, si lamentò gravemente che egli con tanta instanza sollecitasse la