Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. I, 1929 – BEIC 1845433.djvu/87

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libro primo — cap. xiv 81

perché si diffidasse di sforzargli; e perché si stimava pericoloso il fare la guerra nel reame di Napoli lasciandosi alle spalle inimica la Toscana e lo stato ecclesiastico: e si deliberò di passare l’Apennino piú tosto per la montagna di Parma, come Lodovico Sforza, desideroso di insignorirsi di Pisa, aveva insino in Asti consigliato, che per il cammino diritto di Bologna. Però l’antiguardia, della quale era capitano Giliberto monsignore di Mompensieri della famiglia di Borbone, del sangue de’ re di Francia, seguitandola il re col resto dell’esercito, passò a Pontriemoli, terra appartenente al ducato di Milano, posta al piè dello Apennino in sul fiume della Magra; il quale fiume divide il paese di Genova, chiamato anticamente Liguria, dalla Toscana. Da Pontriemoli entrò Mompensieri nel paese della Lunigiana, della quale una parte ubbidiva a’ fiorentini, alcune castella erano de’ genovesi, il resto de’ marchesi Malespini; i quali, sotto la protezione chi del duca di Milano chi de’ fiorentini chi de’ genovesi, i loro piccoli stati mantenevano. Unironsi seco in quegli confini i svizzeri che erano stati alla difesa di Genova, e l’artiglierie venute per mare a Genova e dipoi alla Spezie; e accostatosi a Fivizano, castello de’ fiorentini, dove gli condusse Gabriello Malaspina marchese di Fosdinuovo loro raccomandato, lo presono per forza e saccheggiorno, ammazzando tutti i soldati forestieri che vi erano dentro e molti degli abitatori: cosa nuova e di spavento grandissimo a Italia, giá lungo tempo assuefatta a vedere guerre piú presto belle di pompa e di apparati, e quasi simili a spettacoli, che pericolose e sanguinose.

Facevano i fiorentini la resistenza principale in Serezana, piccola cittá stata da loro molto fortificata; ma non l’avevano proveduta contro a inimico cosí potente come sarebbe stato necessario, perché non v’avevano messo capitano di guerra d’autoritá né molti soldati, e quegli giá ripieni di viltá per la fama sola dello approssimarsi l’esercito franzese: e nondimeno non si riputava di facile espugnazione, massimamente la fortezza; e molto piú Serezanello, rocca molto munita, edificata in sul monte sopra Serezana. Né poteva dimorare l’esercito