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136 storia d'italia

di Furlí di dare la rocca o per la memoria delle ingiurie ricevute dal padre e da lui o per l’odio che ragionevolmente gli portava ciascuno. Della qual cosa sospettando il Valentino, ricercò secretamente il gran capitano che gli desse salvocondotto di potere sicuramente andare a Napoli, e che gli mandasse due galee per levarlo da Ostia; le quali cose essendo consentite da Consalvo, il cardinale di Santa Croce, che avea il medesimo sospetto, subito che ebbe notizia che oltre alla sicurtá data in Roma de’ quindicimila ducati i castellani di Cesena e di Bertinoro aveano consegnato le fortezze, gli dette senza saputa del pontefice facoltá di partirsi. Il quale, non aspettate le galee che doveva mandargli il gran capitano, se ne andò occultamente per terra a Nettunno, onde in su una piccola barchetta si condusse alla rocca di Mondracone, e di quivi per terra a Napoli; ricevuto da Consalvo lietamente e con grande onore. In Napoli, stando spesso a segreti ragionamenti con Consalvo, lo ricercò che gli desse comoditá di andare a Pisa, proponendogli che, fermandosi in quella cittá, ne risulterebbe grandissimo beneficio alle cose de’ suoi re: il che dimostrando Consalvo di approvare, e offerendogli le galee per portarlo, e dandogli facoltá di soldare nel reame i fanti che e’ disegnava di condurre seco, lo nutrí in questa speranza insino a tanto che ebbe risposta da’ suoi re conforme a quello che avea disegnato di fare; consultando ciascuno dí con lui sopra le cose di Pisa e di Toscana, e offerendosi l’Alviano di assaltare nel tempo medesimo i fiorentini, per il desiderio che avea della restituzione de’ Medici in Firenze. Ma essendo preparate giá le galee e i fanti per partire il dí seguente, il Valentino, poiché la sera ebbe parlato lungamente con Consalvo, e da lui con dimostrazione grande di amore avuto licenza e abbracciato nel partirsi, procedendo con quella simulazione medesima che si diceva avere usata giá contro a Iacopo Piccinino Ferdinando vecchio d’Aragona, subito che uscí della camera fu per comandamento suo ritenuto nel castello, e mandato all’ora medesima alla casa dove alloggiava a tôrre il salvocondotto che, innanzi partisse da