Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. II, 1929 – BEIC 1846262.djvu/150

Da Wikisource.
144 storia d'italia

che pure si vergognava abbandonare i baroni che per avere seguitato la parte sua erano privati de’ loro stati, a’ quali erano proposte condizioni dure e difficili; l’altra, che piú lo moveva, che, dubitando che se i re di Spagna avendo altrimenti nell’animo proponessino a qualche fine con le solite arti questa restituzione, temeva che, consentendovi, la cosa non avesse effetto, e nondimeno alienarsi l’animo dello arciduca, il quale, desiderando di avere il regno di Napoli per il figliuolo, faceva instanza che la pace fatta altre volte da sé andasse innanzi. Però rispondeva generalmente, desiderarsi da sé la pace ma essergli disonorevole cedere le ragioni che aveva in quel regno a uno aragonese; e da altra parte continuava le pratiche antiche col re de’ romani e con l’arciduca: le quali come fu quasi certo dovere avere effetto, per non le interrompere con la pratica incerta de’ re di Spagna, dimostrando per maggiore suo onore muoversi per le difficoltá che toccavano a’ baroni, chiamati a sé gli imbasciadori spagnuoli, e sedendo nella sedia reale presente tutta la corte, con cerimonie solenni e solite usarsi rare volte, si lamentò che quei re con le parole mostravano desiderio della pace dalla quale erano colla intenzione molto distanti; e perciò, non essendo cosa degna da re consumare il tempo in pratiche vane, essere piú conveniente che si partissino del regno di Francia.

Dopo la partita de’ quali vennono oratori di Massimiliano e dello arciduca per dare perfezione alle cose trattate; nelle quali, perché si indirizzavano a maggiori fini, interveniva il vescovo di Sisteron, nunzio residente ordinariamente in quella corte per il pontefice, e il marchese del Finale mandato propriamente da lui per questa negoziazione: la quale essendo molte altre volte stata ventilata, e dimostrandosi l’utilitá molto grande a tutti questi príncipi, ebbe facilmente conclusione che il matrimonio, trattato prima, di Claudia figliuola del re di Francia con Carlo primogenito dello arciduca avesse effetto; aggiugnendo, per maggiore corroborazione, che fusse confermato col giuramento e con la soscrizione del re di Francia, di Francesco monsignore d’Angolem, il quale, non nascendo