Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. II, 1929 – BEIC 1846262.djvu/253

Da Wikisource.

libro ottavo ‐ cap. i 247

o i popoli di Germania, inclinava a unirsi col re di Francia contro a’ viniziani, come unico rimedio a ricuperare l’onore e gli stati perduti; e il re, avendogli lo sdegno nuovo rinnovata la memoria delle offese che si persuadeva avere ricevute da loro nella guerra napoletana, e stimolato dall’antica cupiditá di Cremona e dell’altre terre possedute lungo tempo da’ duchi di Milano, aveva la medesima inclinazione: perciò si cominciò a trattare tra loro, per potere, rimosso l’impedimento delle cose minori, attendere insieme alle maggiori, di comporre le differenze trall’arciduca e il duca di Ghelleri.

Stimolava similmente l’animo del re contro a’ viniziani nel tempo medesimo il pontefice, acceso oltre all’antiche cagioni da nuove indegnazioni; perché si persuadeva che per opera loro i fuorusciti di Furlí, i quali si riducevano a Faenza, avessino tentato di entrare in quella cittá, e perché nel dominio veneto aveano ricetto i Bentivogli, stati dal re scacciati del ducato di Milano; aggiugnendosi che all’autoritá della corte di Roma avevano in molte cose minore rispetto che mai: nelle quali avea ultimatamente turbato molto l’animo del pontefice che avendo conferito il vescovado di Vicenza, vacato per la morte del cardinale di San Piero a Vincola suo nipote, a Sisto similmente nipote suo, surrogato da lui nella degnitá del cardinalato e ne’ medesimi benefici, il senato viniziano disprezzata questa collazione aveva eletto uno gentiluomo di Vinegia; il quale, recusando il pontefice di confermarlo, ardiva temerariamente nominarsi vescovo eletto di Vicenza dallo eccellentissimo consiglio de’ pregati. Dalle quali cose infiammato, mandò prima al re Massimo secretario del cardinale di Nerbona e di poi il medesimo cardinale, che succeduto nuovamente per la morte del cardinale di Aus nel suo vescovado si chiamava il cardinale di Aus; i quali, uditi dal re con allegra fronte, riportorono a lui vari partiti da eseguirsi, e senza Cesare e unitamente con Cesare. Ma il pontefice era piú pronto a querelarsi che a determinarsi; perché da una parte combatteva nella sua mente il desiderio ardente che si movessino l’armi contro a’ viniziani, da altra parte lo riteneva il timore