Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. II, 1929 – BEIC 1846262.djvu/255

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libro ottavo ‐ cap. i 249

fu con solenni cerimonie confermata nella chiesa maggiore, col giuramento di madama Margherita, del cardinale di Roano e dello imbasciadore spagnuolo, non publicando altro che l’essere contratta tra ’l pontefice e ciascuno di questi príncipi perpetua pace e confederazione. Ma negli articoli piú secreti si contennono effetti sommamente importanti; i quali, ambiziosi e in molte parti contrari a’ patti che Cesare e il re di Francia aveano co’ viniziani, si coprivano (come se la diversitá delle parole bastasse a trasmutare la sostanza de’ fatti) con uno proemio molto pietoso nel quale si narrava il desiderio comune di cominciare la guerra contro agli inimici del nome di Cristo, e gli impedimenti che faceva a questo l’avere i viniziani occupate ambiziosamente le terre della Chiesa. Li quali volendo rimuovere per procedere poi unitamente a cosí santa e necessaria espedizione, e per i conforti e consigli del pontefice, il cardinale di Roano come procuratore e col suo mandato e come procuratore e col mandato del re di Francia, e madama Margherita come procuratrice e col mandato del re de’ romani e come governatrice dell’arciduca e degli stati di Fiandra, e l’oratore del re d’Aragona come procuratore e col mandato del suo re, convennono di muovere guerra a’ viniziani, per ricuperare ciascuno le cose sue occupate da loro, che si nominavano: per la parte del pontefice, Faenza, Rimini, Ravenna e Cervia; per il re de’ romani, Padova, Vicenza e Verona appartenentigli in nome dello imperio, e il Friuli e Trevigi appartenenti alla casa d’Austria; per il re di Francia, Cremona e la Ghiaradadda, Brescia, Bergamo e Crema; per il re d’Aragona, le terre e i porti stati dati in pegno da Ferdinando re di Napoli. Fusse tenuto il re cristianissimo venire alla guerra in persona, e dargli principio il primo giorno del prossimo mese di aprile; al qual tempo avessino similmente a cominciare il pontefice e il re cattolico: che acciò che Cesare avesse giusta causa di non osservare la tregua fatta, il papa lo richiedesse, come avvocato della Chiesa, di aiuto; dopo la quale richiesta Cesare gli mandasse almeno uno condottiere, e fusse tenuto, fra quaranta dí che ’l re di Francia