Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. II, 1929 – BEIC 1846262.djvu/317

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libro ottavo ‐ cap. xi 311

condottosi l’esercito di Cesare sotto le mura di Padova, si distese dalla porta del Portello insino alla porta d’Ognisanti che va a Trevigi, e dipoi si allargò insino alla porta di Codalunga che va a Cittadella, contenendo per lunghezza di tre miglia. Egli, alloggiato nel monasterio di beata Elena distante per uno quarto di miglio dalle mure della cittá, e quasi in mezzo della fanteria tedesca, avendo distribuito a ciascuno secondo la diversitá degli alloggiamenti e delle nazioni quel che avessino a fare, cominciò a fare piantare l’artiglierie; le quali per essere tante di numero e alcuna di smisurata e quasi stupenda grandezza, e per essere molto infestato dalle artiglierie di dentro tutto il campo e specialmente i luoghi dove si cercava di piantare, non si potette fare senza lunghezza di tempo e difficoltá: con tutto che egli invitto di animo, e di corpo pazientissimo alle fatiche, scorrendo il dí e la notte per tutto e intervenendo personalmente a tutte le cose, stimolasse con grandissima sollecitudine che le opere si conducessino alla perfezione. Era piantata il quinto dí quasi tutta l’artiglieria, e il dí medesimo i franzesi e i fanti tedeschi, da quella parte alla quale era preposto la Palissa, dettono uno assalto a uno rivellino della porta, ma piú per tentare che per combattere ordinatamente; onde, vedendo che era difeso animosamente, si ritirorno senza molta dilazione agli alloggiamenti. Tirava il dí seguente per tutto ferocemente l’artiglieria; la maggiore parte della quale, per la grossezza sua e per la quantitá grande della polvere che se gli dava, passati i ripari, ruinava le case prossime alle mura; e giá in molte parti era gittato in terra spazio grandissimo di muraglia, e quasi spianato uno bastione fatto alla porta di Ognisanti: né per ciò appariva segno alcuno di timore in quegli di dentro, i quali infestavano con l’artiglierie tutto l’esercito; e gli stradiotti, i quali alloggiati animosamente ne’ borghi aveano recusato di ritirarsi ad alloggiare nella cittá, e i cavalli leggieri, correndo continuamente per tutto, ora correvano, quando dinanzi quando di dietro, insino in su gli alloggiamenti degl’inimici, ora assalivano le scorte del saccomanno