Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. II, 1929 – BEIC 1846262.djvu/45

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libro quinto ‐ cap. ix 39

che al pericolo proprio sollecitamente provedesse. Però, deliberato di accelerare il passare in Italia e di non interporre tempo alcuno a sostenere le cose de’ fiorentini, commesse al medesimo monsignore di Ciamonte che subito mandasse quattrocento lancie in soccorso loro: e mandò subito in poste Normandia suo araldo a comandare non solamente a Vitellozzo a Giampagolo a Pandolfo e agli Orsini ma similmente al duca Valentino, che desistessino dalle offese de’ fiorentini, e del medesimo fece egli stesso grande instanza con l’oratore del pontefice, e minacciò con parole molto ingiuriose Giuliano de’ Medici e gli agenti per Pandolfo e per Vitellozzo che erano nella sua corte.


IX

Il Valentino s’impadronisce del ducato di Urbino. Vitellozzo Vitelli occupa alcune terre de’ fiorentini. Timori del Baglione di Vitellozzo del Petrucci e degli Orsini per il procedere del Valentino. Vitellozzo cede Arezzo a’ francesi che la consegnano ai fiorentini. Il gonfaloniere di giustizia a vita in Firenze.

Ma in questo tempo il Valentino, che dopo il caso di Arezzo era uscito con l’esercito di Roma, simulando di volere attendere alla espugnazione di Camerino, ove aveva prima mandato a dare il guasto e a tenerlo assediato il duca di Gravina e Liverotto da Fermo con parte delle sue genti, ma in veritá intento ad acquistare con insidie il ducato di Urbino, poiché ebbe raccolto il resto dello esercito ne’ confini di Perugia, dimandò a Guidobaldo duca di Urbino artiglierie e aiuto di genti; il che gli fu conceduto facilmente, perché a principe che avea l’armi tanto vicine non era sicuro il negare, e perché avendo prima composte col pontefice alcune differenze de’ censi non avea cagione di temerne: e cosí, rendutolo manco sufficiente a difendersi partito subito da Nocera, e camminando con tanta celeritá che non che altro non dette nel cammino spazio alle sue genti di cibarsi, si condusse il dí medesimo a Cagli, cittá del ducato di Urbino. La quale subita sua venuta, e il trovarsi