Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/172

Da Wikisource.
166 storia d'italia

quattro falconi, e si fermò a Castagnetolo; essendosi nel tempo medesimo approssimato a un miglio a Brescia il conte Luigi, con numero grandissimo d’uomini di quelle valli. E con tutto che dalla cittá non si sentisse cosa alcuna favorevole, il Gritti, invitato dal concorso maggiore che l’altra volta, deliberò tentare la forza: però accostatosi con tutti i paesani si cominciò da tre parti a dare l’assalto; il quale, tentato infelicemente alla porta della Torre, succedette prosperamente alla porta delle Pile ove combatteva l’Avogaro, e alla porta della Garzula, ove i soldati, guidati da Baldassarre di Scipione, entrorno (secondo che alcuni dicono) per la ferrata per la quale il fiume, che ha il medesimo nome, entra nella cittá; invano resistendo i franzesi. I quali, veduto gli inimici entrare nella cittá e che in favore loro si movevano i bresciani, i quali prima, proibiti da loro di prendere l’armi, erano stati quieti, si ritirorno, insieme con monsignore di Luda governatore, nella fortezza; perduti i cavalli e i carriaggi: nel qual tumulto quella parte che si dice la cittadella, separata dal resto della cittá, abitazione di quasi tutti i ghibellini, fu saccheggiata, riservate le case de’ guelfi. L’acquisto di Brescia seguitò subito la dedizione di Bergamo, che eccetto le due castella, l’uno posto in mezzo la cittá l’altro distante un mezzo miglio, si arrendé per opera d’alcuni cittadini; e il medesimo feciono Orcivecchi, Orcinuovi, Pontevico e molte altre terre circostanti: e si sarebbe forse fatto maggiore progresso o almeno confermata meglio la vittoria se a Vinegia, ove fu letizia incredibile, fusse stata tanta sollecitudine a mandare soldati e artiglierie (le quali erano necessarie per l’espugnazione del castello, che non era molto potente a resistere) quanta fu nel creare e mandare i magistrati che avessino a reggere la cittá recuperata. La quale negligenza fu tanto piú dannosa quanto fu maggiore la diligenza e la celeritá di Fois: il quale avendo passato il fiume del Po alla Stellata, dal qual luogo mandò alla guardia di Ferrara cento cinquanta lancie e cinquecento fanti franzesi, passò il Mincio per Pontemulino; avendo, quasi nel tempo medesimo che passava, mandato a dimandare la facoltá del