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la notte, insino al fiume; il quale fu da Giampaolo passato a salvamento, ma v’annegorno molti de’ suoi. Furno de’ viniziani parte morti parte presi circa novanta uomini d’arme, tra’ quali rimasono prigioni Guido Rangone e Baldassarre Signorello da Perugia, dissipati tutti i fanti e perduti due falconetti che soli aveano con loro; né quasi sanguinosa la vittoria per i franzesi. Riscontrorno il dí seguente Meleagro da Furlí con alcuni cavalli leggieri de’ viniziani, i quali facilmente furno messi in fuga, rimanendo Meleagro prigione; né perdendo una ora sola di tempo, il nono dí poi che erano partiti da Bologna, alloggiò Fois con l’antiguardia nel borgo di Brescia, lontano due balestrate dalla porta di Torre Lunga; il rimanente dell’esercito piú indietro, lungo la strada che conduce a Peschiera. Alloggiato, subitamente, non dando spazio alcuno a se medesimo a respirare, mandò una parte de’ fanti ad assaltare il monasterio di San Fridiano, posto a mezzo il monte, sotto il quale era l’alloggiamento suo, guardato da molti villani di Valditrompia; i quali fanti, salito il monte da piú parti, favorendogli ancora una pioggia grande che impedí non si tirassino l’artiglierie piantate nel monasterio, gli roppono e ne ammazzorno una parte. Il dí seguente, avendo mandato un trombetto nella cittá a dimandare gli fusse data la terra, salve le robe e le persone di tutti eccetto che de’ viniziani, ed essendogli stato risposto in presenza di Andrea Gritti ferocemente, girato l’esercito all’altra parte della cittá per essere propinquo al castello, alloggiò nel borgo della porta che si dice di San Gianni; donde la mattina seguente, quando cominciava ad apparire il dí, eletti di tutto l’esercito piú di quattrocento uomini d’arme armati tutti d’armi bianche e seimila fanti parte guasconi e parte tedeschi, egli con tutti a piede, salendo dalla parte di verso la porta delle Pile, entrò, non si opponendo alcuno, nel primo procinto del castello: dove riposatigli e rinfrescatigli alquanto, gli confortò con brevi parole che scendessino animosamente in quella ricchissima e opulentissima cittá, ove la gloria e la preda sarebbe senza comparazione molto maggiore che la fatica e il pericolo,