Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/203

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libro decimo - cap. xiv 197

dato Fabrizio Carretta fratello del cardinale del Finale a’ cardinali di Nantes e di Strigonia, che mai del tutto avevano abbandonati i ragionamenti della concordia, proponendo essere contento che Bologna si rendesse al pontefice, che Alfonso da Esti gli desse Lugo e tutte l’altre terre teneva nella Romagna, obligassesi al censo antico e che piú non si facessino sali nelle sue terre, e che si estinguesse il concilio pisano; non dimandando dal pontefice altro che la pace solamente con lui, che Alfonso da Esti fusse assoluto dalle censure e reintegrato nelle antiche ragioni e privilegi suoi, che a’ Bentivogli, i quali stessino in esilio, fussino riservati i beni propri, e restituiti alle degnitá i cardinali e prelati che aveano aderito al concilio: le quali condizioni, benché i due cardinali temessino che essendo di poi succeduta la vittoria non fussino piú consentite dal re, né ardirono proporle in altra maniera, né egli, essendo tanto onorate per lui, né volendo ancora manifestare quella occulta deliberazione che aveva nell’animo, potette recusarle; anzi forse giudicò essere piú utile ingegnarsi di fermare con questi ragionamenti l’armi del re, per avere maggiore spazio di tempo a vedere i progressi di coloro ne’ quali si collocavano le reliquie delle speranze sue. Però, facendo del medesimo instanza tutti i cardinali, sottoscrisse, il nono dí dalla giornata, questi capitoli, aggiugnendo a’ cardinali la fede di accettargli se il re gli confermava; e al cardinale del Finale, che dimorava in Francia, ma assente, per non offendere il pontefice, dalla corte, e al vescovo di Tivoli, il quale teneva in Avignone il luogo del legato, commesse per lettere si trasferissino al re per trattare queste cose; ma non espedí loro né mandato né possanza di conchiuderle.

Insino a questo termine procedettono i mali del pontefice, insino a questo dí fu il colmo delle sue calamitá e de’ suoi pericoli: ma dopo quel dí cominciorno a dimostrarsi continuamente le speranze maggiori, e a volgersi alla grandezza sua, senza alcuno freno, la ruota della fortuna. Dette principio a tanta mutazione la partita subita del la Palissa di Romagna; il quale, richiamato dal generale di Normandia per il romore