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208 storia d'italia

Palissa richiamate le genti che vi erano per unirle all’esercito, entrativi, subito che quelle furno partite, alcuni fuorusciti, furno causa si ribellasse. Da Pizzichitone passò la Palissa il fiume dell’Adda, nel quale luogo si unirono seco le trecento lancie destinate alla difesa di Bologna, le quali crescendo il pericolo aveva richiamate; e sperava quivi potere vietare agli inimici il passo del fiume se fussino sopravenuti i fanti che si era deliberato di soldare: ma questo pensiero appariva, come gli altri, vano perché mancavano i danari da soldargli, non avendo il generale di Normandia pecunia numerata, né modo (essendo in tanti pericoli perduto interamente il credito) a trovarne, come soleva, obligando l’entrate regie in prestanza. Però, poi che vi fu dimorato quattro dí, subito che li inimici si accostorno al fiume tre miglia sotto Pizzichitone, si ritirò a Santo Angelo per andarsene il dí seguente a Pavia. Per la qual cosa, essendo del tutto disperato il potersi difendere il ducato di Milano e giá tutto il paese in grandissima sollevazione e tumulti, si partirno da Milano, per salvarsi nel Piemonte, Gianiacopo da Triulzi, il generale di Normandia, Antonio Maria Palavicino, Galeazzo Visconte e molti altri gentiluomini, e tutti gli officiali e ministri del re. E alquanti dí prima, temendo non meno de’ popoli che degli inimici, si erano fuggiti i cardinali; con tutto che, piú feroci ne’ decreti che nell’altre opere, avessino quasi nel tempo medesimo, come preambolo alla privazione, sospeso il pontefice da tutta l’amministrazione spirituale e temporale della Chiesa.

Giovorno questi tumulti alla salute del cardinale de’ Medici, riservato dal cielo a grandissima felicitá; perché essendo menato in Francia, quando entrava la mattina nella barca al passo del Po che è di contro a Basignano, detto dagli antichi Augusta Bactianorum, levato il romore da certi paesani della villa che si dice la Pieve dal Cairo, de’ quali fu capo Rinaldo Zallo, con cui alcuni familiari del cardinale, che vi era alloggiato la notte, si erano convenuti, fu tolto di mano a’ soldati franzesi che lo guardavano, che spaventati e timorosi di ogni accidente, sentito il romore, attesono piú a fuggire che a resistere.